Cane Barbone (barboncino)

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Da quanto ci è dato di sapere il passo dell’uomo, fin dai tempi più remoti, si è sempre accompagnato a quello di un cane, e forse il sentimento dell’amicizia è nato così, dalla reciproca comprensione di due esseri così diversi fra loro, ma evidentemente fatti l’uno per l’altro.

Quando il mondo era ancora agli albori, e la lotta per la sopravvivenza e per la vita era un fatto quotidiano, l’uomo aveva accanto a se un cane, e ne fanno fede le incisioni rintracciate nelle grotte di alcuni paesi; gli scavi di Pompei hanno rivelato nuclei familiari che la morte ha colto nel sonno, e spesso accanto a essi è stata ritrovata anche la spoglia di un cane.

Ritrovamenti anche più importanti, che ci hanno fatto percorrere a ritroso migliaia e migliaia di anni, ci hanno mostrato resti fossilizzati di uomini di modesta statura, uomini che si nutrivano di conchiglie, di radici, di pesci. Ebbene anche accanto a questi nostri lontanissimi antenati si sono trovati i resti di cani. Si tratta del canis familiaris Studer nel quale non è difficile riconoscere la forma transitoria dell’odierno cane lupo.

Ciò che fu scoperto in seguito ha rivelato l’evoluzione del cane che dall’epoca del bronzo (canis familiaris optimae Jeittels), a quello da slitta (canis familiaris Inostranzewi Anutschin) a quello della torba (canis familiaris palustris Ruetumeyer), attraverso incroci e imparentamenti si è mutato nel cane che oggi tutti conosciamo e che è suddiviso in tante razze.

Per quanto riguarda specificamente la razza del cane barbone, si può affermare che è dall’unione del cane esistente all’epoca del bronzo con quello della torba che è stato generato il canis familiaris intermedia Woldrich (detto cane delle ceneri) che, con il canis familiaris Nahring (ovvero cane dei campi), è sicuramente il progenitore dell’odierno canebarbone.

Durante i millenni trascorsi da allora, il cane barbone ha subito lenti e continui sviluppi e mutamenti assumendo la forma definitiva che tutti conosciamo e che ha ereditato dai cani d’acqua irlandesi e dai pastori tedeschi.

È tale la popolarità di questo intelligente animale, che non vi e paese in Europa che (in un modo o nell’altro) non ritenga di essere il luogo d’origine dei barboni.

Stabilirlo in modo sicuro è molto difficile: la sua diffusione è certamente avvenuta in seguito alle guerre e alle frequenti trasmigrazioni dei popoli che percorrevano centinaia di chilometri con famiglie e masserizie alla ricerca di un luogo in cui vivere.

Tracce dell’esistenza di cani barboni le troviamo nei quadri e nelle sculture, nei bassorilievi e nelle pietre tombali del medioevo, o nei dipinti di epoche meno remote.

Certo è che già nel XVI secolo si trova in uno scritto di uno scienziato inglese la descrizione di un cane che veniva impiegato con enorme successo nella caccia di animali acquatici, al quale veniva praticata una tosatura speciale che gli consentiva di nuotare agevolmente: la descrizione fatta con ricchezza di particolari fa pensare subito al nostro popolarissimo cane barbone.

Il nome di “barbone” non deriva (come si potrebbe pensare) dal suo pelo folto, ma dalla parola tedesca buddeln (scavare nell’acqua), diventato poi pudel con cui ancor oggi in Germania si indicano i barboni. Questa notizia ci viene da scritti risalenti al secolo XVI i qua i ci rivelano, appunto, particolari e minuziose descrizioni sull’abilita cane barbone di cacciare e scovare nell’acqua i gallinacei, le lontre, tutti gli animali che normalmente vivono nei luoghi umidi e paludosi.
Sempre nel secolo XVI i francesi chiamavano il barbone con il nome “barbet”, nome che in Francia gli è rimasto tuttora.

La letteratura scientifica di quell’epoca dimostra che la diffusione del cane barbone fu piuttosto rapida, e che la sua popolarità misura che l’uomo scopriva le capacità fisiche, intellettuali, a e questo bel cane. La descrizione del mantello dei barboni ci rivela anche che esistevano esemplari di diverse tonalità di nero, fulvo, marrone, bianco, e bianco-giallo, oltre che una varietà con pelo pezzato in diversi colori.

Quando gli uomini compresero che fra le tante qualità di questo cane vi erano anche la gentilezza, la simpatia, la devozione, l’intelligenza e la bontà, ammisero l’animale nel loro nucleo familiare, e in breve il cane barbone fu il cane da famiglia, il compagno dei bambini.

Verso la metà del 1800 il cane barbone divenne, nei circhi equestri più o meno importanti, una simpatica attrazione. Facilmente ammaestrabile, eseguiva ogni genere di giochi che mandavano in visibilio le platee: ma proprio in quell’epoca la popolarità di questo bell’animale cominciò a diminuire. Gli storici assicurano che questo calo di simpatia si deve attribuire alla tosatura che si usava allora e che trasformava gli animali, durante le giornate piovose, in masse di fango e di sporcizia. Sarebbe bastato dunque un tosatore intelligente e non privo di iniziativa che studiasse un poco il problema e che tentasse di risolverlo per ridare al cane barbone la popolarità e la simpatia che si era guadagnate attraverso secoli di fedeltà e di amore verso l’uomo.

Ma è evidente che un animale tanto piacevole e gentile non poteva cadere nel dimenticatoio per una semplice questione di pelo tagliato in un modo piuttosto che in un altro.

Circa mezzo secolo dopo il cane barbone venne rilanciato: si organizzarono allevamenti, vennero fatte delle serie selezioni, e i cani a pelo pezzato vennero eliminati, mentre si incrementò l’allevamento di quelli con il pelo a tinta unita.

Caratteristiche anatomiche del Barbone

Imparare a conoscere un cane è una cosa abbastanza facile perché non è raro il caso che si stabilisca tra l’animale e il padrone un affetto che va al di là della comprensione di coloro che non hanno mai avuto la fortuna di possedere un cane, e tale affetto è fatto soprattutto di fiducia, di stima, di amore.

Non sono necessarie molte parole, molti gesti perché i due esseri appartenenti a specie tanto diverse si comprendano, tuttavia la perfetta conoscenza del carattere della bestia che ci vive accanto non è sufficiente se non sappiamo capire quando il cane non sta bene. Perché (e questo è molto importante) il nostro cane sa indovinare quand’è che qualcosa in noi non va, e con la sua straordinaria intelligenza e sensibilità ci vuole dimostrare subito di essere solidale con noi. Ci si accuccia accanto e non ci lascia un momento se si accorge che la nostra malinconia è diventata dolore, ed è capace di andare a cercare aiuto se un malore improvviso ci ha colpiti e non abbiamo nessuno accanto a noi altro che il nostro fedele amico.

La vita del nostro cane è strettamente legata alla nostra, egli non ha molte cose che lo distraggano, e tutta la sua trepida attenzione è concentrata sulle persone che lo allevano e che egli ama sino al sacrificio.

Per noi la cosa è diversa: anche se vogliamo bene al cane come a una persona della famiglia, siamo tuttavia distratti da molte occupazioni, e non sempre ci accorgiamo se qualcosa nell’animale non va.

Purtroppo anche il cane meglio curato è soggetto a indisposizioni e a malattie, e per prevenirle, curarle, cercare di evitarle, occorre una buona conoscenza della sua struttura anatomica, e di certe caratteristiche proprie della sua razza.

Taglie

I barboni si distinguono in quattro taglie le cui misure sono state stabilite dalla FCI; tali misure devono essere prese da terra fino al garrese. Ecco come si suddividono le taglie dei barboni.

cm 35 (e meno) — barboni nani;
da cm 34 a 45 — barboni di taglia piccola;
da cm 45 a 60 — barboni di taglia grande.

Recentemente si sono ottenuti cani barboni più piccoli dei nani, di taglia al di sotto dei 30 cm, e che vengono chiamati toys.

Nel linguaggio normale si usa chiamare “barbone reale” il cane di taglia grande e “medio” quello di taglia piccola: tali nomi però non vengono adottati nel linguaggio ufficiale tanto è vero che non sono citati nei certificati d’origine (pedigree).

Può accadere che un cane di taglia piccola venga registrato come “nano” anche se misura più di 35 cm al garrese, e che uno che misura 48cm al garrese venga registrato come appartenente alla “taglia piccola”.

Ciò accade perché il suo pedigree lo indica come discendente da cani di razza purissima tutti appartenenti alla stessa taglia, cosicché se un animale misura un centimetro di più della taglia stabilita per i barboni “nani” e avrebbe quindi diritto di essere registrato nella categoria dei “cani di taglia piccola”, viene invece considerato come “nano” perché così erano tutti i suoi antenati citati nel pedigree.

Il portamento

Il portamento del cane barbone deve essere fiero e orgoglioso. Slanciato, elegante, dignitoso, vivacissimo, il cane barbone ha un andatura elastica e leggera. Sempre attento e curioso, diventa pigro solo nell’età matura quando (come tutti i cani, del resto) ama starsene tranquillo a sonnecchiare nell’angolo più quieto della casa.

Colori del pelo

Per il tipo ideale dei cani barboni lo standard ha stabilito tre colori, e cioè: nero, marrone, bianco. Tuttavia da diversi anni si stanno facendo esperimenti molto interessanti allo scopo di ottenere colori come il biondo, l’argentato, e il grigio-blu.

Tali esperimenti sono ancora in corso e se ne avranno i risultati positivi e definitivi solamente fra qualche anno. Per ora abbiamo a disposizione, come s’è detto, il bianco, il nero e il marrone, tutti e tre molto belli.

La respirazione

I movimenti respiratori vanno calcolati dai 16 ai 18 al minuto per il cane adulto, dai 18 ai 20 per il cucciolo, e dai 15 ai 16 per il cane vecchio; se però l’animale è in completo riposo, i movimenti respiratori vanno anche al di sotto della media indicata. C e da tenere presente che uno sforzo, un’emozione forte, una malattia polmonare possono accelerare il ritmo del respiro. In tali casi il cane ha un vero attacco di dispnea, vale a dire il respiro affannoso.

Circolazione del sangue

Anche nel cane, come nell’uomo, la circolazione del sangue avviene mediante le arterie che portano il sangue alla periferia, e le vene che lo riportano al cuore. Tuttavia le pulsazioni del cuore di un cane sono più celeri di quelle del nostro: molto spesso sono aritmiche. Le pulsazioni di un cucciolo possono essere da 100 a 120, quelle di un cane adulto da 70 a 90 in un minuto. Si possono sentire i battiti del cuore di un cane posando la mano aperta in mezzo al suo torace. Il polso lo si può sentire appoggiando due dita nella parte interna delle cosce dove è situata l’arteria femorale.

Capo

La testa del cane è formata di due parti; la mascella inferiore e quella superiore che a loro volta sono composte di numerosissime ossa.

La testa del barbone è sempre ben formata, lunga e diritta con il cranio non eccessivamente largo, la regione occipitale ben delineata, le mascelle uguali, e le arcate dentarie combacianti.

Il naso che viene chiamato anche tartufo e di colore nero nei barboni a pelo nero o bianco, e marrone in quelli dal mantello di questo colore. Il muso è allungato, robusto, ma tutt’altro che pesante e massiccio.

Dalla fronte al naso la marcatura è quasi impercettibile. La bocca ha labbra poco tumide, ma sviluppate normalmente: i cani neri o bianchi hanno le labbra nere, mentre le hanno color marrone quelli dal pelo marrone. I cani barboni hanno sempre la bocca serrata.

La dentizione

Per i cani vi sono due dentizioni. La prima è detta anche da latte o caduca, e la seconda da adulto o permanente.

Quando un cane nasce è sprovvisto di denti che cominciano pero a spuntare alla terza settimana di vita. I primi a compatire sono gli incisivi (sei), e i canini della mascella superiore (due). Alla quarta settimana spuntano gli incisivi (sei) e i canini (due) inferiori. Entro cinque settimane cominciano a spuntare anche il primo, il secondo, e il terzo molare superiore e inferiore, e al quarto mese di età spuntano anche il quarto superiore e il quarto inferiore.

Allorché la prima dentizione si è compiuta, il cane ha in totale trentadue denti bianchissimi che però, poco alla volta, diventano gialli e si ricoprono di tartaro.

Fra il quarto e il quinto mese di età comincia la seconda dentizione, vale a dire che cadono i denti da latte rimpiazzati da quelli da adulto in un periodo che non va mai oltre il settimo mese dalla nascita, ma a questo punto i molari superiori da otto diventano dodici, e gli inferiori da otto, quattordici. A dentizione ultimata, dunque, il cane adulto ha in totale quarantadue denti.

Sono pressappoco a forma di mandorla e hanno un taglio piuttosto obliquo: il loro colore è marrone scuro, oppure nero, quando il pelame dell’animale è bianco o nero; se invece è marrone, il colore degli occhi è pressappoco come quello del pelo o di poco più scuro.

Occhi

In un cane bianco è molto ricercato il colore nero degli occhi e del naso.

Ma quello che è molto interessante, proprio nei barboni, è l’espressione degli occhi, intelligente, viva, umana, espressione che è più intensa quanto maggiore è la salute e il benessere di cui gode l’animale.

Se il cane barbone è tenuto bene, curato, compreso, amato, lo dimostra il suo sguardo vivo e curioso, dolce e simpatico con una punta di furberia e di ironia che lo rende ancor più intelligente.

Delicati e facilmente infiammabili gli occhi dei cani barboni necessitano di una igiene e di una pulizia accuratissime anche in considerazione del fatto che l’animale se li strofina senza riguardo e spesso (posando il capo per terra) li mette a contatto con la polvere.

Orecchie

Le orecchie dei barboni hanno l’attaccatura bassa, e sono larghe e piuttosto lunghe. Per la stessa ragione per la quale è necessario osservare la massima pulizia per gli occhi, e cioè per il fatto che i cani appoggiano il capo sul terreno, anche per le orecchie valgono le stesse norme di igiene e di pulizia.

Caratteristiche generali

Le spalle dei barboni, forti e dotate di una buona muscolatura, sono leggermente oblique; il torace non eccessivamente sviluppato in larghezza, ha però la sufficiente profondità per ospitare dei polmoni e un cuore forti e vigorosi: il dorso è la parte del corpo del barbone che dà alla bestia una certa armonia; infatti è robusto, corto, ma non privo di eleganza, distinzione, morbidezza.

I piedi devono essere piccoli in rapporto alla taglia dell’animale, ovali e ben chiusi, con le dita arcuate e i polpastrelli sviluppati. I piedi del barbone devono appoggiare a terra ben saldamente e perfettamente a piombo. La coda ha portamento semi eretto.

La caratteristica più evidente del cane appartenente a questa razza è il suo pelo che per essere pregiato deve essere morbido, ma non troppo, folto ma non esageratamente, e della lunghezza di tre centimetri dei quali almeno due devono essere arricciati.

Il Sudore

Anche se si trovano nelle condizioni favorevoli alla essudazione più copiosa, vale a dire: temperatura calda, esposizione al sole, sforzo fisico, lunghe marce, ingestione di medicinali diaforetici, i cani non sudano mai, o almeno dispongono di una limitatissima zona di superficie cutanea dalla quale possono emettere del sudore. Questa zona comprende il cavo ascellare, il naso, la pianta dei piedi.

La ragione della mancanza di questa funzione che è invece necessaria, anzi indispensabile all’uomo perché dà la possibilità di eliminare le tossine, risiede nel fatto che nel cane è sostituita da altre funzioni sussidiarie compensatrici: l’urinazione, e la polipnea, cioè il frequente ansimare con la bocca aperta e la lingua penzoloni, che fa il cane durante l’estate quando il caldo è più difficile da sopportare.

La più attiva funzione renale con la frequente urinazione provocata dall’acqua che l’animale introduce nell’organismo per estinguere la sete provvede ad aiutare l’organismo a eliminare le tossine; la polipnea invece che come abbiamo detto è il caratteristico ansare del cane durante i giorni caldi e che fa dire di lui: “ha sete!”, permette al suo corpo di introdurre una certa quantità di aria che abbassa la temperatura del sangue durante i momenti di maggior calore atmosferico.

Difetti che si possono riscontrare in un cane barbone

  • Mandibola inferiore sporgente in avanti (questo difetto si chiama prognatismo).
  • Denti irregolari o addirittura mancanti.
  • Testa larga.
  • Naso eccessivamente incurvato.
  • Occhi chiari o di colore rossastro.
  • Occhi sporgenti o rotondi, oppure tanto grandi da disturbare l’armonia dell’insieme.
  • Attaccatura troppo alta delle orecchie.
  • Orecchi stretti o corti.
  • Pesantezza della taglia, cioè: corpo grasso, tozzo o rotondo. Infatti la linea del barbone deve essere il più possibile vicino alla figura quadrata.
  • Rachitismo.
  • Incurvamento della groppa.
  • Piedi che appoggiano bene per terra, ma che non sono perfettamente a piombo con le gambe.
  • Coda curva o cadente, o comunque portata male.
  • Colore del mantello non ben definito, oppure pezzato.
  • Pelo opaco, scarsamente arricciato, o troppo lungo.
  • La perfetta conformazione di un cane, e l’armonia delle sue forme e della sua linea hanno un valore estetico di indubbia importanza, e assicurano il perfetto funzionamento di ogni organo e quindi una buona salute.

I sensi del cane Barbone

Udito

Il cane ha un udito eccezionale, addirittura sensibile agli ultrasuoni, capace di registrare rumori che il nostro orecchio non è assolutamente in grado di percepire. Se il cane è sano, giovane, e vive una vita serena, è attento e vigile a ogni stormir di foglia anche se distante da lui parecchi metri.

A questa straordinaria acutezza uditiva bisogna aggiungere un’eccezionale sensibilità che permette al cane di distinguere, anche a qualche chilometro di distanza, il rumore dell’automobile del suo padrone da quello di tutte le altre in circolazione in quel momento, o di sentire il suo passo anche se si trova ancora parecchio distante da casa.

Vista

Non è così buona come può esserlo la nostra nel senso che è molto più debole. Oltre a ciò c’è da tener presente che anche i cani possono essere miopi o presbiti, e non è possibile stabilire tanto facilmente questi difetti: in tarda età è molto facile che i cani vengano colpiti da cataratta che peraltro, come per gli uomini, è operabile.

Quando è buio il cane vede meglio di quando è chiaro, e ciò in virtù del suo sistema ottico che è ben diaframmato. Qualcuno asserisce anche che le sopracciglia e i peli della bocca hanno la funzione di antenne.

Olfatto

Per tutti i cani questo è il senso “principe”, una cosa che ha addirittura del miracoloso. È stato provato che un cane sente l’ odore di certe sostanze chimiche che l’uomo è incapace di distinguere, e che può avvertire la presenza di liquidi organici quali ad esempio l’urina, il sudore, lo sperma, anche se diluiti in acqua fino al milionesimo.

Se volete offrire a voi e al vostro cane un divertimento veramente simpatico, fate ogni giorno il gioco di nascondere accuratamente un indumento o un oggetto che appartiene a voi o a un’altra persona di casa. L’oggetto vi sarà riportato in un tempo brevissimo perché l’animale si dirigerà sicurissimo e quasi senza incertezze proprio nel luogo in cui l’avete riposto.

Tatto

Le dita dei piedi dei cani sono molto sensibili al caldo, al freddo, all’umidità, alle reazioni chimiche; tuttavia queste non sono le sole parti del corpo a rivelare tale sensibilità. Tutta la pelle del corpo dei cani, e i loro peli, sono ricchi di terminazioni nervose pronte a far scattare l’animale anche sotto una carezza. Cosa questa che accade più facilmente nelle giornate ventose e secche, o nel momento che precede e segue immediatamente il manifestarsi di un temporale.

Gusto

Taluni ritengono che i cani non sono provvisti di gusto o che questo è pervertito, tanto è vero che vanno a cercare fra i mucchi di rifiuti qualcosa da sgranocchiare.

Si tratta di un errore: se il cane che ama rovistare nella spazzatura non è un girovago affamato, se ha una casa e una scodella che in determinate ore della giornata si riempie di zuppa, allora si tratta di una bestia che tenta di dare al suo nutrimento un equilibrio che gli manca: può essere che abbia un padrone che non tiene conto del fatto che il suo cane ha dei gusti e delle esigenze che ha ereditato dal suo più antico antenato (il lupo) e che il bisogno di rosicchiare un osso e di mangiar carne gli viene proprio dalle sue origini.

Quando il veterinario ha stabilito la dieta per il vostro cane, una dieta molto ricca specialmente di carne, verdura, latte, pane e altro, potete arricchirla con una dose maggiore di carne nel caso l’animale manifestasse ogni tanto il bisogno fisico di cercare fra i rifiuti qualche pezzo di carne o qualche osso.

Non dimenticate che il cane è soprattutto carnivoro.

La riproduzione del cane Barbone

Norme per l’accoppiamento

Difficilmente l’amatore dei cani barboni che ne acquista un bell’esemplare iscritto regolarmente sul Libro delle Origini Italiane e che è munito di pedigree pensa di diventare un allevatore di questa razza di cani.

Il problema si presenta in seguito quando il cuccioletto (ormai

diventato adulto) dà chiari segni di desiderare una compagna, oppure un compagno. Perché adora, si dice l’amatore, non scegliere un animale altrettanto bello per ottenere dei barboncini di purissima razza, li ragionamento è giusto.

Chi ama questi cani (generalmente) non pensa mai almeno principio, di trarre del guadagno dall’impresa; è spronato solamente dal desiderio di veder perpetuare in tante altre bestie le caratteristiche, e virtù, le qualità del proprio cane, e allora si da alla ricerca dell’anima da accoppiare col suo.

La scelta del compagno o della compagna ha, naturalmente, una

grande importanza per la qualità dei cuccioli che nasceranno: se non avete un conoscente che abbia il cane che fa al caso vostro, dovete rivolgervi a un allevamento, preferibilmente a quello che vi ha ceduto il vostro cane, perché provvedano a fornirvi l’animale necessario Può essere che l’allevamento non si trovi nella città in cui abitate, e che quindi lo “stallone”, o la “fattrice”, vi vengano spediti con un mezzo qualsiasi.

Sulle norme che regolano i rapporti fra i proprietari dei due cani allorché si sono stabiliti gli accordi necessari per la monta di una cagna, esiste un regolamento, e precisamente il Regolamento Internazionale di Monaco.

I proprietari dei due cani devono chiedere alla locale sede dell’ENCI (Ente Nazionale Cinofilia Italiana) i moduli necessari per la denuncia dell’accoppiamento, e per quella della nascita dei cuccioli. Tali moduli, al momento opportuno, devono essere presentati compilati e accompagnati dai pedigree relativi alle due bestie, al LOI (Libro Origini Italiane). Sarà così possibile ottenere, anche per i nuovi nati, i certificati d’origine con l’albero genealogico.

Scelta dei soggetti

C’è da dire subito una cosa a chi aspetta dalla sua cagnolina dei barboncini: non è detto che due bellissimi e purissimi esemplari di barboni diano vita a dei piccoli altrettanto belli e perfetti. Se le cose si svolgessero così il compito dell’allevatore sarebbe una cosa molto semplice e anche proficua. Purtroppo a volte i neonati recano in se le caratteristiche di antenati, che risalgono a chissà quale generazione, e che ne compromettono la bellezza e la purezza.

In ogni modo l’allevatore di uno o più barboni dovrebbe sapere con una certa sicurezza, attraverso i pedigree, come erano i genitori, i nonni e i bisavoli dei suoi cani, e questo se anche non dà l’assoluta garanzia di una buona cucciolata, dà però a chi tenta l’esperienza dell’allevamento la possibilità di un buon successo.

Ma mentre chi esercita la professione di allevare cani barboni conosce con precisione i progenitori dei suoi cani magari perché sono nati nel suo allevamento, per il privato le cose sono più complicate. Ecco perché chi possiede una barboncina di razza pura di cui ha il pedigree e desidera accoppiarla con un maschio di uguale pregio deve rivolgersi a un allevamento (e preferibilmente a quello che gli ha ceduto la bestia) piuttosto che a un semplice privato.

Se vi accingete a far accoppiare la vostra barboncina e volete ridurre al minimo la possibilità di eventuali insuccessi dovete ricordare alcune cose:

  • Non insistete nel voler accoppiare due cani se questi dimostrano chiaramente di non piacersi. Anche per gli animali esistono la simpatia e l’antipatia.

  • Non tentate di incrociare due barboni di colori o di taglie diversi. L’ENCI non ammette questi incroci e non permette l’iscrizione dell’accoppiamento e dei cuccioli nel registro genealogico.

  • Taluni ritengono che con un barbone nero accoppiato a uno di pelo marrone si possano ottenere dei cuccioli dotati di un magnifico mantello di colore marrone più intenso. La cosa invece non si verifica, ma succede invece che i nuovi nati hanno magari gli occhi più chiari di quelli del genitore di colore marrone, e un mantello nero con dei riflessi fulvi tutt’altro che pregiati.

  • I nati da un barbone nero e da uno marrone, a loro volta, avranno dei cuccioli dal mantello imperfetto, anche se si tenterà di riportare le bestie alla razza primitiva incrociandoli solo con barboni neri.

  • Anche gli incroci con animali di taglie diverse danno come risultato delle generazioni dalla taglia sproporzionata giacché in certi punti del corpo possono prevalere le caratteristiche del genitore di taglia grossa, mentre in altri quelle del genitore di taglia piccola.

  • Se non avete problemi perché la vostra barboncina non è di razza purissima, lasciate pure che si accoppi con un cane dal mantello di un altro colore, o con una taglia diversa. Ma non aspettatevi (in questo caso) di ottenere dei bei cuccioli. Nella maggior parte dei casi i nuovi nati avranno il manto pezzato, o qualche difetto di taglia e di proporzione.

  • In conclusione, anche con una cagnolina che non sia provvista di pedigree, vale sempre la pena di tentare l’accoppiamento con un cane perfetto. Tutte le generazioni successive ottenute con i nuovi cuccioli di questi, accoppiati ad altri cani di razza pura, si avvicineranno a poco a poco allo standard.

  • Prima di accoppiare animali parenti fra di loro, e cioè sorella e fratello, oppure madre e figlio, oppure padre e figlia, o anche cugina e cugino, è meglio interpellare una persona che dirige un allevamento, o un veterinario specializzato in questo campo, affinché vi diano i consigli del caso. Non bisogna dimenticare, infatti, che la consanguineità può rafforzare nei nuovi nati le caratteristiche negative del ceppo da cui hanno origine.

  • Non tentate mai degli accoppiamenti se uno o l’altro dei due soggetti, o peggio ancora tutti e due, non sono arrivati all’età giusta, e cioè almeno a un anno la femmina, e a un anno e mezzo il maschio.

Il periodo del calore

Lo sviluppo di una barboncina si manifesta, oltre che con i segni evidenti della crescita, anche con il “calore” che avviene di solito a circa sei/dieci mesi, ma l’età vera per la monta non viene raggiunta dalla bestiola che circa sei mesi dopo, al secondo “calore”.

Nella femmina il “calore” si manifesta con una mestruazione della durata di circa 15 giorni durante i quali il proprietario della cagnolina dovrà fare indossare alla bestiola un paio di calzoncini o un altro indumento analogo, allo scopo di evitare che tappeti, pavimenti, e magari divani e poltrone, vengano sporcati.

Il miglior momento di “ricettività” della bestia in “calore” si verifica pressappoco attorno al nono o al decimo giorno del periodo mestruale, ed è proprio in quei giorni che è necessario far accoppiare la barboncina. Il fenomeno del “calore” avviene ogni sei mesi.

È inutile dire che durante i giorni del “calore” e quelli che seguono l’avvenuta monta la cagna dovrà essere oggetto di ogni cura da parte del proprietario il quale le dovrà somministrare un’alimentazione un poco più ricca e sostanziosa di quella che abitualmente le porge, per esempio: una maggiore quantità di carne cruda, qualche uovo battuto con un poco di zucchero, latte.

E intanto sarà bene evitare che la bestia venga sottoposta al bagno completo, impedendole anche di fare corse, salti, giochi violenti con i bambini; egualmente da evitare sono i purganti e tutti i medicinali che non sono stati prescritti dal veterinario informato dell’avvenuto accoppiamento.

Non è detto che le cagnoline, specialmente se non hanno mai avuto dei rapporti sessuali, si dimostrino subito entusiaste della cosa: può essere che siano restie, che si ribellino all’attacco del maschio, che non vogliano sottomettersi al rito nuziale.

È naturale che bisognerà provocare altri incontri fino a quando i due soggetti si troveranno d’accordo, ma se la ribellione dovesse prolungarsi, può essere che i due cani non si piacciano, oppure che qualcosa (fisicamente) non funzioni. Ecco che è allora necessario interpellare il veterinario il quale sottoporrà la cagna a una visita per essere in grado di stabilire se la bestiola è normale, o se ha bisogno di una cura. Può essere che le basti solo di cambiare maschio; in questo caso provvederete subito a cercare un altro compagno per la vostra barboncina.

Dopo il primo accoppiamento sarà bene che ne provochiate un secondo l’indomani perché possiate essere sicuri che l’animale è stato veramente fecondato.

Si sconsiglia di impedire alla cagnolina di avere rapporti sessuali con il maschio allo scopo di evitarle le gravidanze e l’allevamento dei piccoli. Il fisico della bestia ne soffrirebbe sicuramente, e a tale proposito non va dimenticato che sono parecchi i veterinari i quali ritengono che la mancanza di maternità possa essere responsabile del tumore alle mammelle di cui soffrono molte cagne in tarda età.

Il “calore” del maschio è una cosa più semplice, e si manifesta con una maggiore vivacità, con il desiderio di rincorrere tutte le cagne che incontra sul suo cammino, e molto spesso con un certo nervosismo e con una accentuata irrequietezza.

Anche per i maschi vale ciò che abbiamo detto per le femmine: sarebbe dannoso, oltre che inumano, impedire all’animale che soddisfi le sue esigenze fisiologiche. Avreste dapprima un cane eccessivamente nervoso, agitato, isterico, quindi l’animale diventerebbe poco alla volta apatico, indifferente e precocemente invecchiato.

La gravidanza

La gestazione dura 63 giorni circa: durante questo delicato periodo della sua vita la vostra barboncina non dovrà compiere sforzi. Impeditele di starsene troppo sdraiata e immobile: la vita sedentaria, durante la gravidanza, le può nuocere. Le passeggiate igieniche saranno magari intensificate, ma non dovranno mai essere lunghe e faticose.

È possibile che durante la gravidanza la barboncina soffra per insistenti pruriti della pelle, per arrossamenti allo sfintere, e per la caduta del pelo. Il veterinario vi indicherà quali prodotti medicinali aiuteranno la bestiola a guarire da queste noiose indisposizioni, a portare a termine la sua gravidanza, e a dar vita a delle creature sane e robuste: di solito sono necessari la vitamina D, il calcio e il fosforo. L’alimentazione sarà a base di carne, soprattutto, di latte crudo e di qualche verdura: la carota cruda grattugiata è molto indicata.

Devono essere evitati le minestre e i brodi che, favorendo ingrassamento dell’animale, ne rendono più difficile la gestazione; per questa ragione è anche opportuno non dar da mangiare alla barboncina una eccessiva quantità di cibo: i pasti dovranno essere sani, nutrienti, leggeri.

Intanto, come misura precauzionale, sarà bene che una volta al giorno laviate le mammelle della bestia con un batuffolo di cotone imbevuto di acqua borica tiepida allo scopo di proteggerla dai microbi che possono stabilirsi nel suo pelo e che potrebbero essere fatali per i neonati. Abbiate la mano leggera, lavate delicatamente senza mai strofinare, e asciugate la parte con un panno pulitissimo e morbido, preferibilmente di lino.

La cuccia

Pensate per tempo a preparare la cuccia, una cuccia sufficientemente grande per contenere la cagna che deve starvi sdraiata comodamente con tutti i piccoli i quali dovranno avere a disposizione lo spazio necessario per non essere schiacciati dalla madre o dai fratelli.

L’ideale sarebbe una cassetta di legno non verniciata (o anche di plastica) assolutamente asciutta e inodore. Se vi servite di un recipiente di legno che è già stato utilizzato per questo scopo, o che ha contenuto prodotti alimentari o altro che hanno lasciato una traccia di sudiciume e di odore, lavatelo energicamente con acqua saponata calda e con una spazzola.

Aggiungete alla soluzione anche qualche goccia di Lysoform (o detersivo simile), poi sciacquate a lungo in acqua fredda corrente e quando siete sicurissimi che la cassetta non ha più alcun odore, asciugatela prima con un panno, poi esponetela all’aria aperta e al sole fino a quando sarà perfettamente asciutta.

Tutte queste operazioni le dovete compiere con un certo margine di tempo in modo che abbiate la sicurezza che la cassetta non ha serbato la minima traccia di umidità o di odore: imbottitela quindi con un cuscino di gomma piuma ricoperto con una federa di tela bianca. Le misure del cuscino devono però essere un poco più grandi dell’interno della cassetta (almeno un centimetro per lato) in modo che entrando forzatamente nel recipiente non lasci alcuno spazio fra le pareti di questo e l’imbottitura eliminando così il pericolo che i cuccioli nei primi giorni di vita possano scivolare lungo la parete interna rimanendo schiacciati sotto il cuscino.

Preparate due o tre federe di scorta, e cambiatele sovente specialmente durante i primi giorni: evitate i materassini di paglia, di fieno, o di crine vegetale che possono facilmente ospitare dei parassiti. La gomma piuma che può essere lavata accuratamente ogni volta che la cucciolata lascia la cuccia rappresenta senza dubbio il miglior sistema per difendere le bestie dal pericolo dei parassiti e dei microbi, e con la sua particolare struttura permette anche una buona aerazione del cuscino.

Non preparate la cassetta all’ultimo momento, ma almeno una settimana o dieci giorni prima del parto, e ponetela davanti alla cagnolina in modo che questa capisca che lì, e non in un altro luogo, dovrà dare alla luce i suoi piccoli. Ma non dimenticate che anche le cagne hanno un istintivo pudore e che non desiderano mettere al mondo i cuccioli in un luogo eccessivamente chiaro o posto in un passaggio. Ponete quindi la cassetta in un luogo a mezza luce, tranquillo, dove non vi sia aria corrente, lontano dal calorifero, ma con una temperatura che raggiunga almeno i 18°, dove gli sguardi indiscreti e la curiosità dei bambini non disturbino la bestiola e i suoi cuccioletti.

Gravidanza isterica

Questo è un fenomeno che si verifica più spesso di quanto non si creda.

Può accadere, dunque, che quantunque la cagna non abbia concepito per una ragione qualsiasi, manifesti dapprima il desiderio di preparare la cuccia, quindi tutti i sintomi della gravidanza fino al punto da perdere latte dalle mammelle.

Il fenomeno giunge al suo culmine quando la barboncina sceglie un oggetto (per esempio: un indumento di lana, uno strofinaccio, un piccolo cuscino) e se lo porta nella cuccia stringendolo fra le zampe e leccandolo affettuosamente come se si trattasse di un cucciolo vivo.

La gravidanza isterica, o gravidanza spuria può portare la cagna a gravi conseguenze quando il liquido secreto dal suo seno le causa infiammazioni e infezioni. Si interpelli sempre il veterinario per la prescrizione della cura più adatta.

Il parto

Abbiamo visto che la gestazione di una barboncina dura suppergiù 63 giorni, ma come sempre avviene per tutti i lieti eventi, anche per quelli che riguardano gli animali si verificano ritardi o anticipi, può essere che i cuccioli vengano alla luce qualche giorno prima dello scadere del sessantatreesimo giorno, oppure qualche giorno dopo.

Quali sono i sintomi che denunciano l’approssimarsi del momento in cui i piccoli nasceranno? Praticamente non si manifestano segni molto evidenti: se la bestia sta bene in salute, se per lei sono state usate tutte le precauzioni perché la sua gravidanza si svolga in un modo tranquillo, se le sono stati somministrati dei medicinali per aiutarla nel periodo delicato, il suo pelo sarà lucido, l’appetito buono, l’umore ottimo.

Ma a due o tre giorni prima del parto, ecco che la barboncina diventa pigra e rifiuta di muoversi per uscire a fare la consueta passeggiata: quando si muove lo fa con mille precauzioni camminando adagio timorosa di urtare i fianchi ingrossati.

Se non avete mai fatto l’esperienza di veder nascere dei cuccioli in casa vostra cercate di prevedere tutte le possibilità, anche quelle di complicazioni che potrebbero verificarsi all’ultimo momento.

Allorché vi accorgete che la bestiola è diventata lenta e pesante, e fatti i conti ritenete che l’evento è vicino, misuratele la temperatura, e se notate che è più bassa del normale che dovrebbe essere 38,5°, ed è scesa a circa 37,5”, portate l’animale dal veterinario in modo che con una attenta visita possa stabilire se il parto si svolgerà bene o presenterà delle difficoltà.

In tale caso, e se temete per la salute della barboncina, potete farla ricoverare alla clinica veterinaria dell’università, altrimenti tenetevi a contatto con il medico.

A un certo momento la cagna rifiuta di nutrirsi, e compie un caratteristico movimento nella sua cuccia, sembra cioè che voglia scavare nel cuscino. Cominciano le doglie: la bestia lancia un urlo, poi continua a mugolare sottovoce guardandosi continuamente i fianchi. Se ne sta rannicchiata, e ogni tanto si alza per andare a bere: è inquieta, si volta e rivolta nella cuccia, si lecca, geme.

Tenetela d’occhio, ma non statele addosso ogni minuto perché la povera bestia ha bisogno di essere lasciata sola: interverrete solo se sarà necessario, quando cioè vi accorgerete che dal primo gemito, cioè dall’inizio delle doglie, sono passate circa due ore senza che il primo cucciolo sia venuto alla luce.

In questo caso se avete con voi una persona pratica che sa ciò che si deve fare in questi frangenti, per esempio come si aiuta la madre a tagliare il cordone ombelicale, tutto sarà più semplice: se invece voi non sapete intervenire, e vi sembra che la bestiola abbia bisogno d’aiuto, chiamate subito il veterinario.

Qualcuno aiuta il parto tirando delicatamente il cucciolo che la madre espelle con difficoltà: ma queste cose (specialmente se è la prima volta che si vive un’esperienza simile) danno facilmente il batticuore a chi le compie, ed è meglio lasciarle fare a chi è molto pratico, o a chi non è emotivo.

La madre, appena si trova fra le zampe una creaturina, la lecca accuratamente e amorevolmente per pulirla prima di deporla accanto al suo seno: se ciò non dovesse avvenire, dovete prendere i cuccioli in mano, e asciugarli con una salviettina di lino che avrete fatto leggermente intiepidire.

Se vi è possibile, togliete alla cagna la placenta perché la bestia, per eliminarla, la mangerebbe: non le farebbe male, ma e assolutamente inutile che faccia una cosa del genere.

Lasciate madre e figli tranquilli per una decina di minuti, poi porgete alla barboncina una scodella con del latte tiepido, oppure con qualche boccone di un cibo che sapete che lei gradisce molto: basta però che sia di facile digestione.

Non dimenticate che anche il giorno in cui partorisce la vostra barboncina ha bisogno di uscire per compiere le sue solite funzioni fisiologiche. Se vi sembra stremata, prendetela in braccio, portatela fuori, ponetela per terra delicatamente, quindi riprendetela e fate una passeggiatina di qualche minuto affinché la bestia possa prendere un po’ d’aria.

Proibite ai bambini e alle persone chiassose di andare a curiosare nella cassetta dove ci sono i cuccioli: specialmente durante i primi giorni che seguono la nascita, la famigliola ha bisogno di una grande tranquillità.

Anche per le cagne qualche volta si verificano dei parti difficili in cui è necessario intervenire con il taglio cesareo, così come può accadere che la bestia compia sforzi enormi per espellere i suoi cuccioli senza tuttavia riuscirvi.

Se vi accorgete che la barboncina anziché partorire emette un liquido nerastro, questo significa che ha dentro di sé un cucciolo morto, e che se non le date un aiuto tempestivo, lei e gli altri cuccioli moriranno di infezione in pochissimo tempo.

Non fate niente per porgerle un aiuto materiale, non intervenite, non toccate la bestia se non avete una lunga pratica di queste cose, perché rischiereste di far morire madre e figli.

Chiamate d’urgenza il veterinario, e se non riuscite a rintracciarlo, correte senza indugio a portare la cagna avvolta in un plaid di lana alla clinica veterinaria. Un ritardo, anche di un quarto d’ora, potrebbe riuscirle fatale.

Non lesinate le cure e i controlli dopo il parto: misurate ogni tanto la temperatura alla barboncina che ha partorito, in modo che vi possiate accorgere se qualcosa non va.

L’allattamento dei cuccioli

Se tutto è andato bene, i cuccioli si metteranno subito a succhiare il latte della madre, e voi dovete sorvegliare affinché tutti si nutrano allo stesso modo. Vi sono cuccioli più forti e robusti, e cuccioli meno forti. Questi soccombono alle prepotenze dei primi che li respingono allo scopo di poter avere più latte.

Se qualche bestiola fosse tanto debole da non riuscire a nutrirsi da sola e a sufficienza per potersi mettere alla pari con i suoi fratelli, è opportuno aiutarla con qualche poppata al biberon. Per ciò che riguarda l’alimento da somministrare chiedete consiglio al veterinario che vi indicherà, visto il caso e esaminato il neonato, come nutrirlo.

Lavate giornalmente le mammelle della cagna con acqua intiepidita e pura cui non avrete aggiunto niente, né sapone, né altro. Asciugate delicatamente dopo il lavaggio.

La cagna deve essere nutrita bene per tutto il periodo dell’allattamento con carne, latte, e qualche prodotto medicinale a base di calcio, fosforo, vitamine.

Mancanza di latte

I casi di parti difficili nelle cagne non sono rari, ma nemmeno molto frequenti: le gravidanze extrauterine, poi, sono rarissime.

Altrettanto poco frequenti sono le possibilità che una cagna non abbia latte a sufficienza per nutrire la sua prole, ma se questo avviene, la ragione è sempre da attribuire a un improvviso calo di calcio nel sangue.

I sintomi sono questi: la cagna è presa da irrequietezza; geme, rovescia il capo all’indietro, ha il respiro affannoso, talvolta si irrigidisce per qualche secondo, e non è difficile che si contragga in convulsioni.

È accaduto che l’improvviso e imprevisto calo di calcio nel sangue le ha provocato questi fenomeni, oltre a inaridirle il seno.

In attesa dell’arrivo del veterinario che sicuramente prescriverà una cura a base di iniezioni di calcio, cercate di fare inghiottire alla bestia qualche cucchiaiata di zucchero sciolto in mezzo bicchiere d’acqua. Successivamente, quando il medico avrà visitato l’animale, potete chiedergli che vi indichi qualche supposta di calcio dandovi così la possibilità di intervenire (in un caso analogo) con un rimedio più pronto ed efficace dello zucchero.

Teoricamente i cuccioli allattati dalla madre, tenuti puliti da questa, non dovrebbero aver bisogno, almeno per le prime settimane della loro vita, delle cure dell’uomo.

Tuttavia non farà male a nessuno se ogni tanto darete un’occhiata alla cucciolata per poter constatare che tutto vada per il meglio. Per esempio: i cagnolini mangiano abbastanza? La cuccia è sufficientemente spaziosa per contenere tutta la famiglia? È necessario cambiare la federa al cuscino?

Le poppate avvengono ogni due ore, e quando le bestiole sono sazie si addormentano al caldino fra le zampe della madre che intanto le lecca per ripulirle. In tali condizioni, e avendo tutto ciò di cui necessitano, i neonati sono tranquilli e non si fanno mai sentire; se accade che qualcuno guaisce, può essere che sia stato schiacciato dalla madre o dai fratelli, e allora in breve tutto si acquieta, ma se invece il pianto continua può darsi che la bestiola abbia fame o freddo: se la madre non ha latte sufficiente per nutrire tutta la cucciolata, il più debole dei neonati resta sopraffatto dagli altri e rimane a stomaco vuoto. In questo caso bisogna ricorrere alla integrazione alimentare con l’allattamento artificiale.

Per quanto riguarda l’altra possibilità, e cioè che il cucciolo abbia freddo, controllate se non vi sono fessure alla finestra da cui possa entrare un filo d’aria, oppure se il calorifero o la stufa non si sono spenti a poco a poco. In tal caso, mentre provvedete o fate provvedere a rianimare la fonte di calore, prendete il cuccioletto fra le mani, avvolgetelo in una pezzuola di lana e riscaldatelo così, fino a quando, tornata normale la temperatura nella camera, non potrete rimettere la bestiola nella sua cuccia accanto alla madre.

Alla seconda settimana di vita i cuccioli aprono gli occhi, diventano più vivaci, e crescono a vista d’occhio facendosi sempre più intelligenti e indipendenti. La madre ben nutrita è in grado di trasmettere ai suoi piccoli un latte sostanzioso, e intanto i cuccioli a poco a poco diventano grandini: già siete in grado di riconoscerli giacché ognuno di loro, oltre che rivelare delle caratteristiche somatiche che lo distinguono dagli altri, ha anche una personalità.

C’è il tranquillo che bada solo a mangiare e a dormire, c’è l’avventuroso che vorrebbe subito, appena ha aperto gli occhi e si regge sulle zampette, uscire dalla cuccia, ci sono il prepotente, il timido, il goloso, il testardo, il buontempone.

Cominciano i giochi timidi, goffi e impacciati, ma già al quarantesimo giorno i dentini si fanno aguzzi e le unghiette pungono. Le premure e le sollecitudini della madre sono ora meno intense: qualche volta la bestia esce dalla cuccia, gira per casa, va sul terrazzo, si mette al sole, e ritorna solo quando è il momento di porgere il seno ai piccoli.

Lo svezzamento avviene in un modo semplice: dapprima la cagna nutre i cuccioli con ciò che ha mangiato, parzialmente digerito, e quindi vomitato. Questo è il sistema che la natura ha messo a disposizione dei cani perché questi imparino a nutrirsi da soli senza soffrire, e a tollerare, poco alla volta, un nutrimento diverso dal latte materno: in un secondo tempo la barboncina pone i suoi piccoli davanti alla propria scodella contenente la zuppa di pane e di latte, oppure di pane e di brodo, e divide il pasto con i figli.

A poco a poco i cagnolini imparano a mangiare da soli, e a guadagnarsi l’indipendenza. La cagna se ne disinteressa per lunghe ore, e a questo punto un cucciolo può essere sottratto alla madre per essere trasferito altrove.

La barboncina non ne soffrirà molto, e forse non se ne accorge neppure: infatti a mano a mano che le sue funzioni di nutrice si fanno meno importanti e necessarie per i piccoli, diminuisce anche il suo interesse per loro. E questo particolare ci sembra provvidenziale in quanto evita alla madre lo strazio del distacco quando i figli sono ormai adulti o quasi.

Alimentazione di un cucciolo

Che rimanga presso la madre, o che venga adottato da altri, un cucciolo ha bisogno di una particolare alimentazione tenendo conto, naturalmente, della sua età. Più avanti troverete una tabella in cui sono segnati i cibi adatti a un cucciolo a partire dalla seconda settimana di vita. Si intende che questi cibi saranno somministrati dapprima in misura molto modesta perché l’allattamento costituirà ancora l’alimentazione più importante.

A mano a mano che il latte diminuirà nel seno della madre, il cucciolo richiederà una maggior quantità di cibo: vedrete però che ci sono cuccioli che mangeranno di più, altri che mangeranno di meno a seconda del loro sviluppo corporeo e delle loro esigenze individuali.

Tabella di Alimentazione

Dalla seconda settimana fino alla quarta

Date ai cuccioli come supplemento di alimentazione, due volte al giorno, un pochino di carota cruda grattugiata. Dovrete avere molta pazienza, e porgere l’alimento con un dito stuzzicando il musino della bestiola che istintivamente allungherà la lingua e inghiottirà il cibo. Con questo sistema il cagnolino impara a poco a poco a mangiare da solo.

Dalla quarta settimana fino alla quinta

L’allattamento è terminato. I cuccioli prendono in media cinque pasti ogni giorno.

  • Formaggio bianco tenero tipo crescenza.
  • Carne cruda tritata molto finemente.
  • Un pochino di tuorlo d’uovo mescolato a pane biscottato sbriciolato.
  • Un poco di carota cruda grattugiata.

Dalla quinta settimana Cinque pasti al giorno.

  • Carne cruda tritata. (Tutta la carne, basta che non sia grassa. Anche le interiora vanno bene, fatta eccezione per il polmone e per la milza che notoriamente nutrono poco.)
  • Carne arrostita (mai fritta).
  • Tuorlo d’uovo mescolato a zucchero o a pane biscottato sbriciolato.
  • Formaggio bianco tenero tipo crescenza fresca.
  • Verdure cotte (tutte tranne il cavolo, il broccolo, i cavolini di Bruxelles, i broccoletti).
  • Carota cruda grattugiata.
  • Latte crudo

Potete somministrare questi cibi variando ogni giorno il menù in modo che sia più appetibile e che non venga a noia al cucciolo: però nessuno vi vieta di dare ogni giorno un pochino di tutti gli alimenti elencati pur che non esageriate mai nella quantità: purtroppo ci sono dei cagnolini golosi che poi si mettono nei pasticci perché mangiano troppo, e l’allevatore deve ricorrere all’aiuto del veterinario.

Soprattutto non dovete esagerare nel somministrare l’uovo che è un ottimo alimento, ma che, come si sa, può nuocere anziché giovare.

Se somministrate ai vostri cuccioli cinque pasti il giorno, insieme alla carne che non deve mancare mai, porgete una volta un poco di tuorlo d’uovo, un’altra volta un pezzetto di formaggio, un’altra la verdura cotta, un’altra la carota grattugiata, e così via: e, sempre, una scodella contenente un poco di latte non diluito, oppure di acqua.

Il numero dei pasti somministrati ogni giorno diminuisce con il progredire dell’età, e naturalmente aumenta la quantità del cibo.

A tre mesi riducete i pasti a tre ogni giorno, e a circa sette mesi i pasti diventeranno due fino a quando, diventato il cane ormai adulto, il pasto sarà uno solo.

Se il cane non ha mangiato entro un quarto d’ora circa, vuol dire che non ha appetito: ritirate la scodella e riponetela al sicuro perché il suo contenuto non venga sciupato e reso inservibile dalla polvere e dal caldo. Se il cibo, qualche ora dopo, non sarà avariato o inacidito, lo porgerete nuovamente al cane, ma non fate mai l’errore di riporre la scodella nel frigorifero perché poi sareste costretti a riscaldare tutto, oppure a buttare il cibo nei rifiuti.

Infatti non c’è niente di peggio per un cane (specialmente se è ancora cucciolo ) di un cibo gelato.

L’acqua gliela porgerete solo durante i pasti; eccezionalmente, se durante il giorno la temperatura è molto calda, gliene darete un poco due o tre volte nelle 12 ore, sempre tenendo presente che non deve essere gelata.

Se il cucciolo ha una certa tendenza a ingrassare troppo (e questo lo potrà stabilire il veterinario) somministrategli una dieta speciale molto ricca di carne, e povera di altri cibi. Specialmente le zuppe e le verdure hanno la prerogativa di far ingrassare i cani soprattutto quando sono ancora cuccioli.

Alimenti che non si devono mai somministrare ai cuccioli

  • Patate.
  • Riso.
  • Pasta.
  • Fiocchi d’avena.
  • Dolci e pasticcini.
  • Gelati.
  • Cioccolata.
  • Budini freddi e contenenti liquori.
  • Formaggi fermentati.
  • Minestre liquide.

Tutti i cibi elencati possono causare alle bestiole seri disturbi intestinali, e inarrestabili e talvolta letali diarree.

La coda

Deve essere tagliata ai cuccioli tra gli 8 e i 12 giorni di vita e l’operazione deve essere compiuta da persona esperta, la quale provvederà anche a tagliare lo sperone che si trova nelle zampine posteriori.

Quei “gabinetti di bellezza” in cui si portano i cani per la tosatura e il bagno hanno del personale specializzato anche per le operazioni del taglio della coda e degli speroni.

Unghie

È importante tagliare le unghie ai piccoli ogni settimana soprattutto quando vivono ancora tutti insieme con la madre nella stessa cuccia.

Con le unghie troppo lunghe e appuntite i cuccioli possono ferirsi a vicenda, oltre che graffiare il seno alla madre.

Diarrea

Può essere che il tipo di alimentazione somministrato all’inizio dello svezzamento provochi ai cuccioli un poco di diarrea.

In questo caso è necessario sospendere la dieta in modo che le bestiole, almeno per qualche giorno ancora, possano nutrirsi al seno della madre. Ciò servirà a ridare all’organismo il giusto equilibrio, e consentirà all’allevatore di riprendere la somministrazione della dieta non appena i cuccioli si saranno rimessi.

Ma se il disturbo dovesse manifestarsi ancora, allora è meglio rivolgersi al veterinario perché dica il suo parere e possa indicare qual è il cibo che presumibilmente nuoce ai cagnolini, in modo che si possa eliminarlo dalla dieta.

Vermi

Dalla quarta settimana, vale a dire da quando il tipo di alimentazione è cambiato, e viene iniziato il sistematico divezzamento del cucciolo, questo quasi sempre comincia a soffrire per i vermi intestinali.

Non sempre è facile stabilire se il cane ha questo disturbo, e il profano che non ha mai fatto l’esperienza di allevare un cucciolo non sa esaminare gli escrementi e non è quindi in grado di fare la diagnosi.

È dunque opportuno che sottoponga l’animale alla visita di un veterinario il quale somministrerà all’animale il medicinale adatto per l’eliminazione del disturbo.

Successivamente, dopo che vi sarete fatti spiegare dal medico come si possono riconoscere i vermi negli escrementi, sarete in grado di capire da soli quando è necessario intervenire con il vermifugo.

È importante ricordare che quando si acquista un cucciolo bisogna chiedere a chi lo vende se è stato recentemente sverminato.

Se non si provvede a liberare i cuccioli da questi parassiti, e si permette che le bestiole portino i vermi per lunghi periodi, si rischia di vedere i cagnolini crescere storti e rachitici, deboli e soggetti a malattie di ogni genere.

Medicinali

Calcio e vitamine sono le medicine che non devono mai mancare ai vostri cuccioli, e ve li potete far prescrivere dal veterinario.

Non date ai cagnolini delle medicine che vi ha consigliato un amico che non ha la necessaria qualificazione per improvvisarsi esperto di animali, e se fra i rimedi suggeriti vi fosse l’olio di fegato di merluzzo, ricordatevi che questo rimedio ha delle buone qualità, ma ha anche il difetto di far ingrassare troppo i giovani soggetti cui viene somministrato, e conviene quindi rivolgersi ad altri medicamenti più moderni.

Se i cuccioli ingrassano nel periodo del loro sviluppo, fatalmente crescono con le gambe storte.

Vaccini

Una cosa da fare subito, non appena il cucciolo è in grado di sopportarla, è l’inoculazione del vaccino trivalente contro il cimurro, l’epatite contagiosa, la leptospirosi, e per la quale il veterinario rilascia un certificato.

La vaccinazione deve essere rinnovata ogni anno o ogni due anni a seconda del parere del medico.

La tosatura del barbone

La pulizia, anche per il cane, è l’elemento più necessario per mantenersi in buona salute: quindi ci si deve preoccupare di spazzolare e pettinare ogni giorno il pelo del barbone affinché non vi si annidino polvere e sudiciume.

A seconda della sua età, della sua vivacità, della stagione, delle abitudini che ha, del fatto che abitiate in campagna oppure in città, e anche del colore del pelo, sottoporrete il cane a un bagno settimanale o quindicinale.

È una cosa che potete fare anche voi in casa vostra, basta che ternate conto di un particolare.

La pelle del cane è provvista di ghiandole che secernono continuamente un umore grasso il cui compito è di lubrificare il pelo, renderlo impermeabile, stabilire una difesa contro il freddo e il caldo.

Se adoperate per il bagno del cane un sapone qualsiasi, distruggerete questo umore e toglierete al cane la difesa necessaria per la sua buona salute: di conseguenza rendete la bestia (almeno per una giornata) estremamente vulnerabile e dovete impedirgli di uscire prima che siano trascorse 24 ore.

Il bagno all’aria aperta che il cane prende spontaneamente tuffandosi nella fontana dei giardini pubblici o tra i flutti del mare non gli fa male perché la sua pelliccia non perde la sua impermeabilizzazione; più tardi correndo e sostando al sole si asciugherà e starà benissimo.

Per tornare al bagno che si può fare a domicilio, acquistate dal farmacista o dal negoziante presso il quale abitualmente vi rifornite di ciò che serve al cane un sapone speciale, poi mettete un bagnino di plastica ovale nella vasca da bagno. Versate nel bagnino dell’acqua calda, ma a una temperatura che l’animale possa tollerare: aggiungetevi il sapone e lavate accuratamente la bestia facendo però in modo di non v mandarle la schiuma negli occhi.

Sciacquate il cane con acqua calda corrente quindi buttategli addosso un grosso asciugamano; toglietelo dalla vasca, e posatelo sopra un vecchio tappeto di spugna che avrete posato per terra. Strofinatelo a lungo in modo da asciugarlo il più possibile, quindi continuate l’operazione aiutandovi con un asciugacapelli elettrico che farete funzionare a temperatura tiepida.

Intanto che reggete l’apparecchio con la sinistra, pettinate il pelo con la destra per facilitare e affrettare l’asciugatura completa.

Non cospargete mai il cane di profumi o di deodoranti, a meno che (cosa che succede piuttosto raramente in un barbone) l’animale non abbia il grave difetto di “puzzare di cane”. Se è così fatevi consigliare dal tosatore quale prodotto potete adoperare per ovviare all’inconveniente.

Tutto ciò che potete fare voi per il vostro barbone, dunque, si limita al bagno settimanale, e a una spazzolata quotidiana.

Ma la cosa più importante nella toeletta di un barbone è la tosatura, operazione, questa, che deve essere assolutamente compiuta da una persona esperta.

La tosatura di un cane non può essere fatta in famiglia: in tutte le città piccole o grandi che siano, vi sono dei saloni di bellezza attrezzati per l’assistenza estetica del cane: specialmente se avete la fortuna di possedere un barbone di razza pura, vale la pena che facciate il sacrificio di portarlo ogni tanto dal tosatore, anche se nel luogo dove abitate non ve ne sono e siete costretti a fare qualche chilometro per raggiungerne uno.

Niente come una buona tosatura riesce a mettere in risalto la linea, l’eleganza, la bellezza di un barbone.

E di solito anche le bestie si rendono conto di questo: osservatele come si pavoneggiano quando escono dal negozio del tosatore e ricevono i complimenti del padrone.

Sul modo di tosare un barbone ci sarebbero da dire tante cose da riempire un grosso volume. Il modo di tagliare il pelo a un barbone può valorizzarne le qualità, o al contrario mortificarle.

La moda ha il suo peso anche in questo argomento. La tosatura a leoncino è quella all’antica, quella che ricordiamo di avere visto nelle fotografie di barboni dell’album di famiglia, o nelle illustrazioni sui libri di lettura dei nostri genitori, ma è anche l’unica a essere ammessa per i barboni che devono partecipare alle esposizioni.

C’è poi la tosatura “alla karakul”, la più moderna, quella che fa del barbone un delizioso giocattolo da portare in giro con orgoglio.

La prima tosatura, quella “a leoncino”, difende meglio l’animale dal freddo in quanto l’addome non viene rasato: l’altra tende invece a scoprire il dorso e il petto.

Il cane barbone è notoriamente un animale robusto, nato per vivere nei luoghi umidi, e per catturare le prede nelle paludi, tuttavia, poiché da secoli vive con l’uomo, ha perso un poco della sua primitiva forza. Se abitate in un luogo a clima temperato e il vostro barbone è giovane e sano, potete adottare senz’altro la tosatura “alla karakul”, ma se al contrario la bestia non è più nella sua verde età, e la città in cui risiedete ha una temperatura piuttosto rigida, vi conviene adottare il taglio a leoncino, a meno che non lo mandiate poi in giro, durante la cattiva stagione, con un paltoncino caldo e aderente che difenda l’apparato respiratorio e quello digerente.

Oltre ai due modi citati per tosare un barbone, ve ne sono altri adottati dagli altri paesi: specialmente i tedeschi e gli inglesi amano sbizzarrirsi ideando continuamente nuove pettinature.

Addestramento di un cane Barbone

Non fate di lui un robot a comando

Un cane spontaneo, allegro, vivace, è sempre molto più simpatico del cane sapiente cui un esigente padrone insegna cose che normalmente nessun cane dovrebbe essere in grado di fare, cose che sono assolutamente contrarie alla sua natura. Per esempio: rispondere alle domande del padrone scegliendo le lettere di un alfabeto, oppure abbaiare al momento opportuno sincronizzando la voce con gli strumenti di un’orchestra. E ancora: camminare sulle sole zampe anteriori, o sulle posteriori, reggere sul muso una palla di gomma colorata, facendo più che il cane il pagliaccio da circo equestre.

Anche un barbone ha la sua dignità, e voi non dovete calpestarla costringendolo a compiere delle azioni che in definitiva piacciono solo a voi, non certamente a lui, e nemmeno ai vostri amici e conoscenti cui mostrate con molto orgoglio il prodotto della vostra pazienza.

Tuttavia vi sono cose che potete insegnare al vostro barbone, cose che non lo umiliano, ma che possono essere divertenti tanto per voi quanto per lui.

Certamente saprete qual è la ghiottoneria che il vostro cane ama di più; per esempio una caramella.

Con la speranza di ottenerne una compirà per voi degli esercizi simpatici e divertenti.

Il barbone è un cane da riporto, e come tutti i cani è dotato di un fiuto addirittura prodigioso. Ogni giorno, per mezzoretta, potete fare l’esperimento di nascondere un oggetto qualsiasi: non appena gli direte: “Cerca, cerca!”, ve lo riporterà in un attimo.

Insegnategli a porgere la zampa, ad alzarsi, a sedersi, a mostrarsi di profilo; e ogni volta che eseguirà questi esercizi, tanto semplici, lo ringrazierete con una carezza e una parola affettuosa.

Sarà felice di esservi utile, e se gli insegnerete a portarvi la busta degli occhiali o il giornale, vedrete con quanto orgoglio vi poserà gli oggetti sulle ginocchia.

Il suo entusiasmo salirà addirittura alle stelle se voi mostrerete a degli estranei la sua bravura.

Non è raro vedere una persona che cammina per la strada affiancata da un barbone che tiene fra i denti un pacchetto: anche voi potete affidargli un involto qualsiasi perché vi aiuti a portare a casa gli acquisti che avete fatto. E state tranquilli che il divertimento sarà più grande per lui che per voi.

Tutti questi esercizi semplici e normali potete insegnarli al barbone soprattutto nei primi mesi della sua vita, e faranno di lui un compagno piacevole, allegro, simpatico, affettuoso.

Note per l’allevatore di un cane barbone

Decidete di prendere un cane solo se lo desiderate veramente, e se lo desiderano le persone che vivono con voi.

  • Se provate per un cane paura o schifo, fate a meno di prenderne uno. Sareste sicuramente infelici in due: voi e il cane.

  • Un cane è un amico fidato, devoto, disinteressato, sincero, affettuoso; ma si aspetta da voi amore e gentilezza, comprensione e rispetto.

  • Prima di prendere un cane con voi, informatevi presso il proprietario della casa che abitate, o presso l’amministrazione del condominio, se è consentito agli inquilini di avere cani.

  • Non trattate mai duramente un cane: lo sguardo che vi darà, pieno di dolore e di rancore, vi farà vergognare di voi stessi.

  • Una cuccia, la zuppa, il veterinario quando ve n’è bisogno non sono sufficienti per far sentire al vostro cane che lo amate veramente e che la sua presenza in casa vostra è gradita.

  • Un barbone non è un cane da salotto, anche se la sua eleganza è la sua indubbia bellezza stanno bene fra le poltrone e i tappeti. Il barbone è nato per vivere in palude: dal momento che non è possibile ricreare le condizioni primitive della sua vita, dategli almeno qualche mezz’ora di passeggiata ogni giorno, e se potete portatelo dove può fare qualche corsa.

  • Non infiocchettatelo come una bambola. Un paltoncino di lana per le giornate fredde e umide sarà l’unica eleganza che gli concederete. Ma sul paltoncino evitate di mettere fronzoli inutili, o le vostre iniziali.

  • Non permettete al vostro cane di importunare voi e i vostri ospiti durante i pasti, allo scopo di ottenere qualche bocconcino. Oltre a tutto,l’abitudine a una alimentazione fuori programma gli può causare obesità, mal di fegato e altri guai.

  • Se vivete in campagna, mettete nella cuccia del vostro cane una manciata di foglie di noce fresche. Hanno il potere di tenere lontani i parassiti di qualsiasi specie.

  • Non abbiate un momento di esitazione allorché siete stati morsicati da un cane. Recatevi dal medico o all’ambulatorio e chiedete che cosa dovete fare. L’iniezione antirabbica o un altro medicamento vi metterà al sicuro da ogni pericolo. Ma non rimandate mai all’indomani la visita al medico.

  • Se però non vi è possibile per una ragione qualsiasi vedere il medico entro mezz’ora, lavate la ferita con acqua bollita, e inzuppatela con molto succo di limone.

  • Non afferrate mai un cucciolo per le orecchie se lo volete sollevare, perché gli fareste molto male. Questa pessima abitudine che hanno taluni è la responsabile di tanti inspiegabili disturbi alle orecchie dei barboncini, e anche di imprevedibili morsicature alle mani degli incauti. Sollevate i cuccioli mettendo le due mani sotto il loro addome.

  • Se sarete capaci di educare bene il vostro cane, scoprirete con gioia che sarete entrambi e ovunque accolti con grande simpatia. Non sarà così, invece, se non impedirete al vostro barbone di balzare addosso alla gente per fare festa, o di lordare i marciapiedi, le porte dei negozi e le automobili parcheggiate.

  • Un cane sano non deve mai essere grasso: il cucciolo, invece, è sempre grassoccio e rotondetto, proprio come i bambini. Ma giunto all’età di otto mesi dovrà essere attentamente sorvegliato perché non vada mai oltre il peso e le misure che il veterinario vi avrà indicati.

  • Ricordatevi che se il vostro barbone ha il mantello nero non dovete mai permettergli di rimanere a lungo esposto al sole. Il suo pelo assumerebbe delle sfumature rossastre che ne diminuirebbero il pregio.

  • Non sottoponete troppo spesso il vostro barbone al bagno perché vi sembra che “puzzi di cane”, ma fategli inghiottire ogni giorno qualche pastiglia a base di clorofilla che è innocua ed elimina nei cani qualsiasi odore sgradevole.

  • Se il barboncino è di pelo bianco, è un po’ difficile mantenere il suo mantello candido come vorreste, specialmente se abitate in una città che durante i mesi invernali è invasa dallo smog. Per non fargli troppi bagni che nuocerebbero alla sua salute, aspergete il suo pelo ogni tanto con del talco o con uno dei tanti shampoing secchi che si trovano in vendita nelle profumerie, e poi spazzolatelo con una spazzola morbida. Tuttavia non dovete insistere molto nemmeno con questo genere di pulizia per non ostruire i pori della pelle.

  • Il pelo del cane è la sua difesa e la sua protezione contro il freddo e anche contro il caldo. Ricordatevene quando vi recate dal tosatore, e non permettetegli che rada a zero certe zone del dorso del barbone, ma pregatelo che gli lasci una ragionevole quantità di pelo che non lo esponga inutilmente alle polmoniti e alle insolazioni.

  • Avete ragione se amate il vostro barbone ormai vecchio e gli prodigate cure e tenerezze dando così prova di grande civiltà e di profonda umanità. Prodigatevi anzi perché abbia una vecchiaia serena e tranquilla; quella che si merita dopo avervi amato fedelmente per tutta la vita.

  • Sorvegliate i denti del cane quando è vecchio, e se ce n’è qualcuno che dondola fateglielo togliere dal veterinario. Vedrete come migliorerà la salute del vostro barbone senza più il doloroso fastidio che gli impediva di nutrirsi senza soffrire.

  • Se temete di soffrire troppo il giorno in cui il vostro cane morirà, e se prevedete che la fine è vicina, prendete un cucciolo: non rischierete di sentire con dolore il vuoto che ci sarà in casa vostra quando il vostro vecchio “amico” non ci sarà più.

  • Però state attenti a non amareggiarlo suscitando la sua gelosia. Non fatevi vedere accarezzare troppo il nuovo venuto, e quando desiderate fare una carezza al cucciolo, fatene una prima al vecchio barbone.

  • Anche quando nasce un bambino il barbone soffre di gelosia, ma se si accorge che nulla gli è stato sottratto, né affetto né cure, ben presto si affezionerà al nuovo venuto e sarà la sua allegra e fidata guardia del corpo.

  • Non esitate a interpellare un veterinario ogni volta che il vostro cane dimostra di essere sofferente, ma se non foste nella possibilità di sostenere la spesa di una visita o di una cura, rivolgetevi all’ambulatorio della clinica veterinaria dell’università esponendo il vostro caso, oppure chiedete informazioni in proposito alla Lega Nazionale per la difesa del cane, o all’Associazione per la protezione degli animali.

  • Non permettete mai che i vostri amici o i fornitori (il macellaio, per esempio, il salumiere, il rosticciere, il pasticciere), porgano dei bocconcini al vostro cane, né che gli facciano mangiare dolci, gelato, caramelle. Il barbone si abituerebbe male, diventando poi goloso e grasso.

  • Contro il vizio di abbaiare di notte non si devono prendere misure speciali, né sgridare o picchiare il barbone, ma badare se l’abbaio è provocato da freddo, umidità, caldo, fame, sete, parassiti, un qualsiasi malessere. Può anche essere che il cane dorma troppo durante il giorno e che quindi senta il desiderio di muoversi di notte. Dategli da mangiare la sera piuttosto tardi, portatelo fuori a “sporcare” e a fare una lunga passeggiata, quindi mandatelo nella sua cuccia. Un cane sano, pulito e ben nutrito deve fare un buon sonno durante la notte senza disturbare nessuno.

  • Fate ogni giorno un controllo sul pelo del vostro barbone per stabilire se per caso non ha preso pulci o altri insetti dai suoi colleghi durante la passeggiata.

  • Se il vostro cane, specialmente se cucciolo, soffre di mal d’auto, fatelo digiunare il giorno prima, e durante il viaggio fermatevi ogni tanto, o aprite il finestrino perché l’animale prenda aria. Del resto vi sono in commercio delle specialità medicinali che si possono somministrare anche ai cani che soffrono per questo fastidioso malessere.

  • Vi sono riviste specializzate che trattano ogni argomento riguardante i cani d’ogni razza. Di solito di queste riviste (oltre che dei negozi) si valgono coloro che desiderano vendere bene i loro cuccioli di razza pura.

  • Il barbone che ha compiuto qualche marachella non deve essere mai punito con le busse. Alzate il tono di voce, e ditegli una qualsiasi parola, sempre quella, per esempio: “Vergogna!”, Da voi che siete il suo dio non gli devono venire sensazioni dolorose come quelle delle percosse. Se ogni volta che il barbone fa una cosa che gli avete proibito di fare gli direte “No”, oppure “Vergogna”, in tono secco e deciso, capirà alla fine che la conseguenza di “quella cosa” è il vostro viso scuro e la vostra voce priva di affetto e cordialità. Ma ogni volta che si comporta bene ditegli “Bravo”, e fategli una carezza, non dimenticatevene mai. Questo è il miglior sistema, l’unico, per fargli capire ciò che volete e ciò che non volete che faccia.

  • Fotografate il vostro barbone nelle varie fasi della sua vita: quando è cucciolo, e più avanti quando è adulto. Fotografate i piccoli di una cucciolata in tutti gli atteggiamenti più simpatici e caratteristici; sarete così in grado di farvi una raccolta di fotografie con le quali potrete confrontare i cani che avete avuto in passato con quello che avete ora.

  • La fotografia più recente del vostro cane vi tornerà molto utile il giorno in cui (disgraziatamente) doveste smarrirlo. Mostrandola alla gente o affiggendola ai muri assieme ai manifesti che avrete fatto stampare per rintracciarlo, ne faciliterete il riconoscimento di chi lo avesse trovato e ospitato.

  • Non andate a trovare un malato portando con voi il cane; questo anche se il paziente è persona che notoriamente ama i cani.

  • Per capire un cane occorre dimenticare di essere ciò che si è per vedere le cose dal punto di vista di un cane.

  • Un padrone intelligente e affettuoso avrà un cane felice.